Sempre più dipendenti sono affetti da Burnout.
5 strategie di intelligenza emotiva basate sull’evidenza per i leader al fine di riaccendere il fuoco che si ha dentro
Quando ho sperimentato il burnout per la prima volta, ciò che mi ha maggiormente sorpreso è quanto poco mi importasse: del lavoro, dei miei colleghi; praticamente di ogni aspetto che riguardava il mio lavoro. Non rispettavo le scadenze. Ero emotivamente disconnesso. Mi sentivo distaccato e cinico. Semplicemente non mi importava nulla – un cambiamento preoccupante, visto quanto normalmente mi stia a cuore il mio lavoro. Posso solo immaginare cosa pensassero e provassero i miei capi, i quali sapevano di potersi aspettare da me un’alta produttività e un atteggiamento positivo.
Per qualsiasi leader, è una situazione complicata nella quale è necessaria intelligenza emotiva per raggiungere un delicato equilibrio. Quali sono le migliori pratiche per riaccendere il fuoco di un dipendente che sta vivendo un burnout? In questo articolo vedremo come si definisce il burnout, le sue cause e come utilizzare l’intelligenza emotiva per supportare al meglio un dipendente che sta vivendo un burnout.
Che cos é esattamente la Sindrome da Burnout?
La sindrome da burnout – o semplicemente burnout – é uno stato di esaurimento emotivo, fisico e mentale causato da uno stress eccessivo e prolungato. Si verifica quando ci si sente sopraffatti, emotivamente esausti e incapaci di far fronte a richieste impegnative e costanti.
All’epoca non lo sapevo, ma la sensazione di distaccato cinismo che provavo é un segno distintivo del burnout. Infatti, é uno dei 3 sintomi che contraddistinguono il burnout definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. I 3 sintomi del burnout sono…
- Un’esaurimento fisico ed emotivo
- Depersonalizzazione / distaccamento/cinismo
- Un declino nei propri risultati
Il burnout é la sensazione di essere completamente svuotati, demotivati e distaccati dal proprio lavoro. É una forma di impotenza appresa.
Da cosa viene causato il burnout?
Quali sono le cause chiavi del burnout? La ricerca ha trovato che i seguenti fattori giocano un ruolo importante:
- una percepita mancanza di controllo o autonomia
- insufficienti ricompense o riconoscimenti
- una percepita mancanza di supporto sociale / di comunità
- la percepita mancanza di significato o scopo
Come si può vedere da questa lista, le cause del burnout sono profondamente legate ai bisogni emotivi di base come, ad esempio, il senso di appartenenza, di scopo, di essere riconosciuti e di autonomia. Quando questi bisogni non sono soddisfatti, le persone provano stress. E se non lo si riesce a gestire per un lungo periodo, lo stress puó sfociare in burnout. Questa lista non è certamente esaustiva, e mentre alcune ricerche suggeriscono che nel causare il burnout la cultura dell’azienda abbia un ruolo predominante, le circostanze personali possono sicuramente giocare un ruolo. Nel mio caso, per esempio, situazioni stressanti fuori dal mio lavoro hanno svolto un ruolo importante.
Nel tuo ruolo di leader come puoi intervenire in modo comprensivo ed efficace nei confronti di un impiegato che é in stato di burnout? Ecco 5 strategie efficaci basate sull’evidenza.
Come Rispondere al Burnout di un Impiegato con l’Intelligenza Emotiva: 5 Efficaci Strategie
Mito: Sfatiamo un mito, il burnout NON é dato dal troppo lavoro.
Fatto: La verità è che il burnout nasce dalla mancata soddisfazione di bisogni umani di base per un periodo prolungato.
Dato che tali bisogni di base concernono per lo piú le emozioni, i manager devono sapere usare abilmente l’intelligenza emotiva – che é la capacità di essere attenti ai sentimenti o di essere “smart con i sentimenti”. Per aggiungere un ulteriore livello di difficoltà, i manager non possono risolvere il problema fornendo semplici consigli, perché é la percezione dell’impiegato e le sue emozioni a condurlo al burnout. D’altra parte, la cultura dell’azienda e le capacità manageriali giocano un ruolo fondamentale: la soluzione é creare un contesto nel quale piú spesso i bisogni di base degli impiegati possano essere rispettati. Tuttavia, é piú facile dirlo che farlo e richiede un’intelligenza emotiva spiccata.
Ecco una guida per i managers per evitare il pericolo di burnout:
1. Chiedi alle persone nel tuo team come stanno… in maniera appropriata.
Il primo passo é quello di chiedere alle persone come stanno. Spesso é difficile intuire quello che un’altra persona sta pensando e provando; l’unico modo per saperlo é chiedere ed ascoltare. Un atteggiamento volto alla curiosità, all’apertura e all’assenza di giudizio é fondamentale. Qualche consiglio pratico per affrontare questa conversazione…
Stabilisci una cultura che favorisca l’apertura al dialogo sui sentimenti e le emozioni. Questo lavoro deve incominciare molto tempo prima l’insorgenza di burnout. Fa’ sì che sia “normale” chiedere come una persona si senta. Nel tuo ruolo di manager, dai l’esempio condividendo i tuoi sentimenti in un modo che sia vulnerabile e autentico ma anche appropriato al posto di lavoro. Esercitati a fare domande sui sentimenti altrui e a condividere i tuoi quando questi sono meno intensi così da essere pronto in momenti più difficili.
Crea tempo e spazio. Questa non deve essere una conversazione en passant alle macchinette del caffè. Assicurati di essere in uno spazio al riparo da orecchie altrui e crea abbastanza tempo per avere una conversazione sincera. Generalmente piú l’argomento é complesso e impegnativo, piú ci sará bisogno di tempo e spazio per una riposta sincera. Il burnout è un argomento emotivamente impegnativo, perciò, servirà più tempo e spazio possibili per esplorarlo. Per suggerimenti generali su come connettere con le persone e andare in profondità sull’argomento, leggi questo articolo di Joshua Freedman sulle 3 S della comunicazione.
Ascolta attentamente. Ascoltare é profondamente connesso ai bisogni umani di base, come il sentirsi riconosciuti, il senso di appartenenza e di scopo. Quindi la migliore cosa che puoi fare é ascoltare attivamente il tuo dipendente. Qui trovi consigli pratici su come esercitare l’ascolto attivo.
Resisti all’urgenza di risolvere il problema. Quando qualcuno schiude il proprio vaso di pandora, molte persone possono sentire l’irresistibile urgenza di offrire delle soluzioni. Ma é molto probabile che non ci siano delle soluzioni facili e veloci per un problema prolungato come quello del burnout e offrire una soluzione potrebbe non essere affatto la risposta migliore. Come dice Brené Brown, “Difficilmente una risposta può migliorare qualcosa. Quello che invece migliora le cose é la connessione umana”. Questo é il vero obiettivo della conversazione: capire le emozioni della persona e andare incontro ai suoi bisogni di base – che in questo caso sono il bisogno di appartenenza, riconoscimento e approvazione. Per approfondire il tema della tendenza ad aggiustare le cose e del perché a volte non é la soluzione ideale, leggi questo articolo.
2. Cerca sempre modi di responsabilizzarli e metterli al posto di guida.
Una delle cause principali del burnout é una percepita mancanza di controllo. Ci sono molti fattori che contribuiscono a questa sensazione, ma alcuni dei piú comuni sono il carico di lavoro insostenibile, un orario di lavoro non flessibile, la microgestione, la mancanza di tempo per esplorare processi creativi, troppe riunioni e altro. Poiché oggigiorno si è piú occupati che mai, la sensazione di non avere controllo può sembrare inevitabile – anche se, in realtà, è un risultato delle nostre scelte. Durante la conversazione metti a punto insieme all’impiegato un contesto nel quale si possa sentire maggiormente in controllo. Ci sono molte strade per far si che questo accada, la risposta corretta dipende dalle circostanze specifiche. Di seguito trovi alcuni esempi:
Rispondi senza cercare di dare soluzioni. Quando il manager é pronto a dare soluzioni, anche quando é guidato da intenzioni positive, manda un messaggio che dichiara “tu non sei in grado risolvere il problema ma io sì”. Invece, usa un linguaggio esploratorio (chiedi al posto tuo di dare direttive) e un approccio da coach (per maggiori informazioni sull’approccio coach scarica gratuitamente il nostro eBook Coaching with Emotional Intelligence).
Offri supporto ed esplora varie possibilità. Chiedi quali potrebbero essere le opzioni più consone per l’impiegato; potrebbe stare passando un periodo difficile se è sull’orlo di un burnout, ma non cadere nella tentazione di DARE DELLE DIRETTIVE. É l’impiegato a dover condurre la conversazione e trovare soluzioni più adatte a lui. Insieme valutate diverse opzioni che sono giá state utilizzate da altri – in altre parole, sposta il focus del dialogo su esplorare diverse possibilitá. Offri una gamma di opzioni e fai capire all’impiegato che sei a disposizione trovarne altre. Non hai bisogno di impegnarti in uno piano d’azione specifico anche perché questo richiede l’approvazione e collaborazioni di altri dipartimenti (come, ad esempio, le Risorse Umane). In questo stadio, il tuo obiettivo é quello di mandare un messaggio chiaro: tu hai opzioni e io ti supporto nel cercarle.
Incoraggiali ad osservare il loro stato emotivo durante il corso della giornata. Questo é un ottimo modo per capire i fattori scatenanti dello stress; tale consapevolezza puó farlo sentire in maggior controllo. Qui trovi un semplice questionario di Intelligenza Emotiva.
Proponi giustizia, non uguaglianza. A volte i manager rimangono incastrati nel fare rispettare le regole e nel “trattare tutti allo stesso modo”. Ricorda, invece, che giustizia significa capire i bisogni e gli ostacoli di ognuno… e rimuovere questi ostacoli. Come molte ricerche hanno mostrato, questo approccio personalizzato migliora la performance; come dice Peter Sena, Amministratore delegato e direttore creativo della societá di marketing e design Digital Surgeons: “Più dai ai dipendenti libertá e flessibilità per far sì che diano forma al loro cammino professionale, piú saranno fidelizzati e impegnati negli obiettivi dell’azienda”.
3. Ringrazia.
Nell’incalzare del mondo moderno, é semplice scordarsi di esprimere gratitudine. E sapete quale messaggio si manda quando ci si dimentica di ringraziare i dipendenti? Il tuo lavoro non importa. Tu non importi. Tuttavia, questi sentimenti importano eccome: un insufficiente riconoscimento è il fattore principale nell’insorgenza del burnout.
Il bisogno di sentirsi riconosciuti é un bisogno di base, alla pari con quello di appartenenza e di scopo. Spesso a esperire burnout sono i lavoratori definiti high achievers – ovvero impiegati altamente orientati al successo. Questo tipo di lavoratori hanno a cuore il loro lavoro. Vogliono andare oltre ogni aspettativa. Si sacrificano per il loro lavoro. Come leader, é naturale dare per scontato questi alti livelli di produttività e focalizzarsi, invece, su impiegati che non raggiungono gli obiettivi. Ci sono molti modi per esprimere gratitudine. Ecco qualche idea, perché come sappiamo bene, un’unica soluzione non va bene per tutti:
- Alcune persone percepiscono un premio o un bonus come un riconoscimento quindi queste potrebbero essere delle soluzioni appropriate.
- Per la maggior parte delle persone la ricompensa sta nella relazione con il manager o i colleghi – il trovare spazio da dedicare a loro o un semplice grazie potrebbe contare molto più di una ricompensa monetaria.
La sfida è capire ogni persona del tuo team – anche a costo di fare una domanda aperta e onesta a riguardo. Per tutte le persone, peró, il riconoscimento é un antidoto al burnout.
4. Incentiva la connessione sociale.
Una mancanza di supporto sociale é la chiave che spinge molte persone al burnout e l’essere considerati e riconosciuti é spesso il modo piú efficiace per incominciare il processo di guarigione. Proprio ora che stiamo entrando nell’era del lavoro ibrido dove molti lavoratori lavorano da casa, il burnout è un argomento particolarmente attuale da affrontare per molti leader, come ha approfondito Joshua Freedman (cofondatore e amministratore delegato di Six Seconds) in questo articolo. Ecco alcune opzioni da considerare:
- Dai un’occhiata alla tua agenda e se possibile dedica del tempo per creare un legame con questi impiegati. Questo punto si connette con la valutazione dello stato emotivo del #1, ma potrebbe essere anche meno formale o relativo solo all’ambito lavorativo.
- Crea un contesto nel quale gli impiegati possano socializzare durante le ore lavorative, as esempio un aperitivo o un giorno dedicato alla salute mentale.
- Assegna strategicamente un lavoro di gruppo all’impiegato che sta affrontando delle difficiltá in modo che possa interagire con altri colleghi.
5. Sviluppa e coltiva una cultura del ‘perchè’.
Due sintomi del burnout sono il cinismo e un declino nel sentimento di realizzazione personale. L’impiegato ha internalizzato la credenza “il mio lavoro non importa”. Uno delle cose piú importanti sulle quali lavorare come leader è la creazione di una visione motivante e condivisa, della missione complessiva dell’azienda e chiarire come ognuno dei lavoratori può contribuire ad essa. Purtroppo, però, se come leader non reputi il tuo lavoro importante, non potrai mai convincere i tuoi impiegati che lo é. Devi essere il primo a crederci; e trasmetterlo ai tuoi impiegati potrebbe essere la strategia piú efficace per aiutare un tuo impiegato in burnout.
Cosa Fare Se Nulla Cambia?
Se un impiegato é giá in burnout, tutte queste azioni potrebbero non avere alcun effetto, nonostante le tue migliori intenzioni. Nella migliore delle ipotesi funzioneranno, ma non é garantito. Come nel mio caso, potrebbero esserci molti fattori che agiscono al di fuori della sfera lavorativa. La buona notizia é che questa lista può servire anche da guida per creare un contesto nel quale i lavoratori possano trovarsi bene, crescere e i casi di burnout essere rari. Prendersi cura dei bisogni di base dei lavoratori é la cosa giusta da fare non solo per i lavoratori, ma anche per l’azienda.
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