Perché l’intelligenza emotiva è importante per i manager?

Suggerimenti pratici e risorse per migliorare la performance

 

Quando si parla del benessere e della performance dei lavoratori, i manager fanno la differenza.​ Una ricerca di McKinsey ha trovato che la relazione tra il lavoratore e il suo manager é il predittore numero uno della soddisfazione sul lavoro il quale, a sua volta, é uno dei maggiori predittori del benessere del lavoratore. Come si suol dire, le persone non lasciano le compagnie, lasciano – o rimangono e si fanno in quattro per – i loro manager.

Cosa differenzia un manager eccezionale da uno manager nella media o addirittura da uno tossico? É la capacità di fare leva sulla loro Intelligenza Emotiva. Lo studio pluriennale di Google, insieme ad altre ricerche indicano che per essere un buon manager non sono importanti né le cosiddette hard skills né la loro intelligenza. Ciò che fa la differenza é quanto siano emotivamente intelligenti. Questo fatto é vero in tutto il mondo e in tutti i tipi di settori; che si tratti del raggiungimento degli obiettivi di sicurezza in un impianto di produzione chimica, del successo nelle vendite farmaceutiche, o di ridurre il turnover nel settore alberghiero, i manager sono il catalizzatore della performance e a loro vantaggio usano l’intelligenza emotiva.

Come si può migliorare l’intelligenza emotiva per i manager?

Ecco alcuni suggerimenti pratici per incominciare e alcune risorse per approfondire l’argomento.

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Migliorare la performance per mezzo dell’Intelligenza Emotiva: 3 Consigli Pratici

Di seguito puoi trovare 3 consigli pratici per allenare la tua intelligenza emotiva e creare una cultura aziendale con alte prestazioni. Qualsiasi consiglio specifico deve essere adattato alla tua situazione specifica, tuttavia, i principi base delle pratiche di gestione basate sull’intelligenza emotiva rimangono sempre validi.

1. Vuoi migliorare la performance? Lavora di meno.

Potrebbe sembrare che per massimizzare la performance la cosa da fare sia piuttosto semplice, vero? Lavorare di più e piú duramente. Incominci presto la mattina, finisci tardi la sera e fai meno pause possibili. É la ricetta che abbiamo creduto vera per molto tempo; peccato che non lo sia. Ricerche hanno trovato che gli impiegati piú produttivi fanno pause piuttosto frequenti: in media 17 minuti per ogni 52 minuti di lavoro. Infatti, il nostro cervello funziona in modo ottimale quando ci prendiamo del tempo per muoverci a ricaricarci. Tu, come manager, nei limiti della tua attività dovresti incoraggiare i tuoi impiegati a fare esattamente questo. Fai da modello, anche quando sei impegnato. Crea una cultura che normalizza e si gode le pause, piuttosto che premiare un atteggiamento impegnato che di fatto é solo di facciata. É controintuitivo e va contro il messaggio propagato dalla societá odierna, ma in realtá la giusta quantitá di pause aumenta la produttivitá e le prestazioni.

2. Vuoi focalizzarti su di un compito? Incomincia il meeting parlando di altro.

La maggior parte dei manager si sente talmente impegnata da non riuscire a concentrarsi su nient’altro che i compiti di base. È come cercare di correre su di un tapis roulant che si muove troppo velocemente. L’imbroglio sta nel fatto che più ci focalizziamo su un compito, più trascuriamo quegli aspetti emotivi che sono fondamentali nella costruzione di fiducia, connessione e lealtà – noti motori della performance dei dipendenti. Il senso di appartenenza è uno dei maggiori motivatori umani, ne deriva che coltivare i rapporti con le persone è importante tanto quanto il terminare i compiti lavorativi. Prendetevi del tempo all’inizio delle riunioni per chiedere agli impiegati come stanno e ascoltarli.

3. Vuoi procedere più velocemente? Inizia con il guardare indietro.

Una delle più grandi opportunità perse per la nostra crescita personale è la nostra devozione a pianificare il domani. Ma quando non riflettiamo, non comprendiamo le nostre vittorie e i nostri fallimenti. Cosa ha funzionato oggi? Perché? Come possiamo usare di nuovo quell’intuizione per migliorare? I ricercatori hanno identificato che il feedback e l’auto-riflessione sono essenziali per l’apprendimento, e se eliminiamo questo processo, potremmo perdere questa conoscenza chiave. Il tempo di riflessione non solo fornisce intuizioni, ma agisce anche come un bel rituale di chiusura della giornata lavorativa. Prova a chiederti: cosa ha funzionato oggi e perché? Cosa avrebbe potuto funzionare meglio? Questo non è un momento per rimproverarsi, ma un’opportunità per guardare strategicamente alla tua giornata e imparare da ciò che è successo.

Vito Aliperta